sabato 21 marzo 2020

CHIAMO I COMPAGNI ALLA LOTTA



La lotta. Non il combattimento.

La lotta modula le sinuosità. Le articolazioni congiunte. Della consapevolezza e dello sforzo. La indissolubilità. Dei fini e dei mezzi.

Nella flessuosità del suo principio. Il principio di lotta. Si addensano. Si condensano. Le propensioni alle percezioni. Sulla condizione umana. Sulla sopravvivenza. Come specie. Sulle possibili destinazioni dell’energia vivente. Nelle forme del caos. Principio e riferimento.

Il principio di lotta. Ha agitato e animato. Le solitudini sacrificali. Pensose. Di dediche. Alla rivelazione della unità. Tra. Irrisioni e abbandoni. Tra. Gogne e  soprusi.

Prelude all’esilio. Dalle pratiche sociali. Alla messa al bando. Da parte di quelli. Che lo degradano. A strumento di presunzioni. Dedite. Alla preminenza.

Il principio di lotta. È il vibrato. Della. Rivoluzione in cammino.

Insito. E tratto. Nella morfologia del cosmo. Infinitamente. Irrisolto o multiverso. Tra. I vari contrappunti. Tra. Materia nota e ignota. Tra. Origini supposte. Tutte. Atti di fede. Di divinità o di scienza.

La rivoluzione in cammino. Scandisce le incognite. Filtrate dalle generazioni. Che. Il modo del cammino dispone. Nella coscienza. Etica della sopravvenienza.

La rivoluzione in cammino. È. Infestazione di pulsioni. Sempre mutanti. Escogitazioni di creatività. Oltre il linguaggio. Oltre le equazioni.

Infestazioni. Trasmesse con soffi  bocca a bocca. Di stordimenti.  Per disperdere le pretese di definitività. Per le quali si dispiegano. Le categorie.  Di nozionisti. Di burocrati.

Nella modernità. Poi contemporaneità. Le scienze sono l’ala protettiva. Della fomentazione delle categorizzazioni. Filiate dalla esigenza. Di confinamento delle attività umane. Praticato. A missione  della società liberista. Di classe.

Le scienze. Sociali. Quindi istituzionali. Hanno distratto dalla capacità.

A ragione della funzione. Il merito. Per pretesto.

Sancendo obbligatorietà di percorsi. Di accoglimenti. Di riconoscimenti.  Per conseguire. La speranza di felicità.

La speranza. È. Il più perfido  tragitto del dominio. La più  terrificante delle depredazioni.

Utile. A razziare  costellazioni di volontà. Di pulsioni. Di superamento dei confini.  Nel fine. Di una immaginifica felicità.

Di una felicità. Di trascendenze o di sensorialità.  O. Di entrambe. Dei sospiri.  Del gusto. Dell’olfatto.   Dei sensi. Snaturati. Della incisività cognitiva. Della sensualità. Del vizio.

La felicità brada.  È. L’abiezione della coscienza. La intolleranza alla coscienza.

Alla  felicità. Si sono dedicati. Paventati. Praticati. Costrizioni e terrori. Si è annichilita la comunità umana. Inebriandola di postulati morali. Da poi violentare. Per pasti di libertà. A buon prezzo.

Le categorie. Sono. Le gabbie della servitù.

Il principio di lotta. In se. Ne propugna. Ne fomenta. La soppressione.

Per. Una comunità di confluenze. Delle capacità. In propensioni e determinazioni. Nella uguaglianza di possibilità.  Nella universale disponibilità. Di pratica e di trasmissione.

Il principio di lotta. È.  Vigile. Verso l’avverarsi. Di una comunità/società   cibernetica. O. Ancor altra. Successiva e diversa. Postulata su gerarchie. Di nuove forme di schiavismo. Con il mezzo dell’impossessamento. Delle tecniche. Di comunicazione. Di persuasione. Di controllo.

Il dominio. Esso stesso. Fagocitate e disperso. Dallo sviluppo/evoluzione delle tecnologie. Su cui si fonda e si fonderà.

Emergerà il degrado. Dissolvimento. Della società o della consapevolezza. O. La robotizzazione umana. O. Il regresso barbaro.

La rivoluzione in cammino. È. Riflessione dominante. Su questo possibile destino. Dove.  I lignaggi saranno manipolati. Le costumanze deviate e asservite. Una genetica devastante. Impedirà. L’antro creativo dell’umano. E. Con esso. La diversità. Sarà  Il servaggio. Obbligato.  Prostato all’idolatria. Di simil-dei o simil-macchine.

La rivoluzione in cammino. È. Antitesi. Contrasto indefettibile.  A ogni ipotesi futuribile. Di robotizzazione umana.

La rivoluzione in cammino. Non riforma. Invoca le stratificazioni. Nel mentre. Incita e provoca le destinazioni.

Perché la ciclicità. Dell’interesse di tutti. Promosso. Alimentato da ognuno. Converga. In  gravitazione. Verso. Le esigenze di ciascuno.

Dove sia. Occorrenza di doveri. E. Prevedibilità di diritti. Non rabberciamenti di sopravvivenza.  Nella indipendenza.  Delle stirpi e  dei territori. Nella indispensabile. Imprescindibile. Varietà di culture. Non mistificate o confuse. Nella onerata. Distinta. Tutela planetaria. Modellata. Sull’armonia. Tra vissuto e vivibile. In comune urbanizzazione dei bisogni.

La rivoluzione in cammino. È. L’unità nelle antitesi. La crisi . Nella percezione. Nella cognizione. Nella consapevolezza. Nella conoscenza. Infine. Nella coscienza creativa. La ultra scienza. Orizzonte dell’oltre scienza.   

Modellando la progressione. Di consessi decisionali. Non preclusivi.

Una res publica concentrica. Una comunità universale. In unione.  Dove. Gli impulsi della coscienza.  Acquisiti. Tutelati. Si promanino. Onde.  Verso.  Altri. Nuovi. Per altre somme. E.  Vi rimbalzino per il ritorno. Poi. Nuovamente. Per innumerate volte. Riandando. E. Ritornando.

Senza mai limite ultimo. Nel condenso. Di energie perenni.
Cosmogonia. Della rivoluzione in cammino. Del principio di lotta.  


Questo mio divagare è sospinto dall’amica che non vissi. Ma. Che mi accompagna. Affiancandomi.
Louise Michel. La santa rossa.


franchini
dall’esilio - 21 marzo 2020




domenica 15 marzo 2020

CORONAVIRUS: L’ATROCE INGANNO - 5 MARZO 2020


Di casualità o di pretesti salvifici, trascendenti o edonistici (ovvero di entrambi;  dalle strutture tribali alle  più complesse aggregazioni sociali),  si è vivificato l’accentramento, escludente, delle categorie (o classi) dominanti . Anche con tumulti di viceversa che hanno alterato il precedente. Plasmandolo sui privilegi/prerogative acquisiti.

Avvenimenti quali le  “le sette vacche grasse e le sette vacche magre”, la piccola glaciazione , le dispute religiose,  le epurazioni dottrinarie: tutte, hanno stimolato, su provocazioni, incontrollabili o indotte,  epocali slittamenti  delle pregustate previsioni del dominio uomo su uomo.

Se non si sottace la ciclicità dei percorsi e della destinazione della natura vivente (in solo giorno un formichiere elimina, dalla specie delle formiche,  300.000 unità) si può ben considerare l’inapropriatezza dei tremiti e delle paure  e dei pianti a fronte  di una  parzialità di perdita demografica della nostra specie.

La specie. Il predominio reiettato, mistificato, della umana consapevolezza vitale. 

Per la continuità della presenza planetaria  nulla muterebbe finanche con la scomparsa di oltre sette miliardi di individui. Grave, di contro,  sarebbe la scomparsa totale per categorie di conoscenza. Ovvero la estinzione di lignaggi etnici e culturali.     

Il tema è ampio. Con implicazioni dei rapporti generazionali, dei filari genetici. Quindi, del se in lutto. Nelle angosce di privazione delle certezze individuali di protezione sentimentale. Nelle paure delle assenze (ma chi soffre l’assenza dei trisnonni?)

L’uomo si stordisce di fronte alle emorragie di morte.  Pure, mentre,  invoca e rinnega -rinnega e invoca-  gli agghiacci che riflettono la sua storia. Nella pratica  delle necessitazioni salvifiche o edonistiche: il “il fuoco dell’inferno”, le persecuzioni,  i genocidi,  le macellerie di guerra.

Nella politica,  come intesa, e nella geopolitica, come articolata –entrambe ieri,   oggi viepiù-  la messa in schiavitù di grandi masse (utili agli equilibri   dei gruppi dominanti -o ai viceversa- ) prolifica su una melassa di ansie terrifiche.

Valutando. Anticipando. Perseguendo. Finalizzando. Gestendo. 

Tra simulazioni e dimostrazioni  (nessuna congettura è impenetrabile) si apprestano pasti di panico. Utili ai nascondimenti di strategie di modificazione degli assetti socio/istituzionali conseguenti al progressivo transito da una società post-industriale ad una società  ad alta tecnologia,  in divenire.

Occorrendo la espropriazione, l’impossessamento, il dominio sui  beni materiali e sui bisogni delle masse. Con lo strumento del panico per scenari apocalittici senza redenzioni. Verso il niente.

Elaborando teoremi di salvezza che implicano o prelievi di risorse organizzati e gestiti dai governi o, comunque,  l’eccitazione ad una autonoma depauperazione dei possessi, da parte di ciascuno,  per l’investimento su una speranza di sopravvivenza.

Cessioni, indebitamenti, annullamenti dei minimi vitali.

In un vortice di appropriazioni legittimate. Di desolazioni di possibilità per gli umili.

Deflagra il mondo delle felicità. E il vortice si  volge al rastrellamento  di una nuova schiavitù. Beneficiata di speranze. Ma,  mutilata di bisogni .

Una brillazione geo/politica si pone al fine di riversare le masse in recinti di olocausti.
Il momento è propizio. L’occasione ne giustifica gli adempimenti solutivi.

L’atroce inganno piega e piaga consapevolezze. Tutto è confuso. Perché tutto vi precipiti.