mercoledì 1 aprile 2020

UN SOLO GRIDO: TEMO PER LA REPUBBLICA


Prede di indecisioni su direttive precise e opportune - oltre che tempestive e preventive-  del Governo.
Prede di una incessante informazione ondivaga, per alcuni versi temeraria. Che ha avuto come fine (coordinato o inconsapevole) il fomentare terrore. Panico.
Elementi convergenti a quel predicato -e falsamente di tono profetico-  ”non saremo più gli stessi … tutto non sarà come prima”. Spargendo il virus, non contenibile, della paura,. E. Con esso. Della depressione. Dell’allontanamento dalle risorse vitali.
Senza alternative. Finanche a una economia di mera sopravvivenza. Per i nullatenenti. Per i creativi.
E poi. Operai. Artigiani. Autonomi. Piccoli commercianti. Merce da lavoro a poco prezzo.
Tutti.  Da sperimentazione. Pasti per imbonitori e usurai.
Consolidandosi i distanziamenti. Le abitudini alle solitudini. Le paure verso l’altro. Verso l’esternazione di emozioni.
Nel labirinto di una società di separati. Di una società dalle spalle rivolte,  

Osservo.

La conversione in Legge  (LG 7/2020) del  DL 161/2019 (intercettazioni) -con modificazioni-
è passata sotto silenzio. Nella baraonda di “informazioni” sul covid19.
Nella formulazione della Legge si evidenza il trasferimento al PM della facoltà/attività di disporre le intercettazioni e  valutare -con personale discrezionalità-  l’esclusione, dalle trascrizioni, di frasi a carattere meramente privato degli intercettati.
Con un piramide discendente che, partendo dalla valutazioni investigative -anche a strascico- del PM, può scatenare tramite i trojan (i captatori telematici che potranno far accedere finanche alle webcam) un vizioso circolo di acquisizione delle connotazioni intimistiche, con cui si svolge la vita di ciascuno.

L’uso di droni per il controllo del territorio (sospeso poi il 27 marzo nelle more di  “interlocuzioni con l’ Enac … per una corretta applicazione”).

L’uso delle cellule telefoniche per mappare movimenti individuali, su spostamenti di massa.

Il continuo rinvio, in prosieguo, delle disposizioni di confinamento abitativo per il contenimento dei contagi -laddove dal 5 marzo (applicando, dal 25 marzo, l’indice di trasmissione R1,5, anzichè lo R2) i contagiati –probabilmente positivi asintomatici-  assommerebbero ad oggi 30 marzo   a  circa 9.500.000 per  superare i  60.000.000, tra 6/7 gg. A meno che la matematica e i dati forniti non siano una opinione. .
Proponendosi una domanda: se la popolazione italiana sarà tutta contagiata a cosa serviranno le ulteriori, eventuali, misure di contenimento?

Prove di quella che ho individuato e delineato. Come  “messa in schiavitù di grandi masse”.
(Nel mio scritto del 5 marzo: ”coronavirus: l’atroce inganno”. Che riporto in fine.)

Nessuno può tutelare la Repubblica. Non il Capo dello Stato. Non il Governo. Non le forze armate e di sicurezza.
Nessuno! Se non il popolo. I cittadini.

So che la “rivoluzione in cammino”-da me postulata e auspicata- richiede l’avverarsi per generazioni.
Ma questo tempo di dissesti è, pure, tempo fertile per coagulare e rendere operose le piccole particelle. Che fermentano, oggi, la nostra vita e la nostra condizione sociale / istituzionale / partecipativa.
Secondo consapevolezza. Per una coscienza che verrà nel tempo. Da Socrate a Gesù. Da Giordano Bruno a Malatesta. Da Eraclito a Nietzsche . Da Marguerite Porete a Louise Michel.  

Corre il tempo di creare una roccaforte. Di dignità.
Dove difendere i modi delle nostre relazioni umane. Il nostro essere ed agire.  La Res Publica. La sua Costituzione.
E. Questa difesa è in onere a tutti. A ciascuno. Non con la pietà per noi stessi. Ma. Nella assunzione di responsabilità etica della invocazione leopardiana “L'armi, qua l'armi: io solo/Combatterò, procomberò sol io.”

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